venerdì 26 marzo 2010

Under my Tree...



Finalmente sono arrivato nella zona neutra. Pensavo fosse solo una leggenda ed invece esiste veramente...da quando ho appoggiato qui il mio culo ho notato come gli umori abbiano assunto altri colori, come i suoni siano piu' morbidi e meno tormentati ma soprattutto, ho notato come sia semplice gustarsi la serenità.
Tempo fa avrei iniziato a scrivere in modo incazzoso, contro politica noiosa , contro persone laccate di ipocrisia o contro della musica che mi sta sul cazzo, ed invece ho trovato il modo di "separare il latte nel caffè quando stanno nella stessa tazza"....come? metafora del cazzo? a me faceva sorridere , quindi questo basta...E' piu' semplice dipingere cio' che non ti aggrada come piccoli pagliacci alla ricerca del naso rosso perduto, mentre tu dal vetro della tua cabina osservi i movimenti esterni dell'uragano che sposta le cose per rimetterle a suo posto, mentre i piccoli clown corrono corrono dietro al loro naso rosso che rotola tenendo sempre la testa bassa.
Forse aveva ragione Bradbury, stiamo velocemente bruciando i sapori dell'essere vivo abusando della nostra idiozia, accellerando il processo di compressione e perdendo il senso del gusto di molte cose, creando pupazzi che non sanno cosa sia il piacere del tatto sulla carta stampata, il piacere dell'odore dell'erba bagnata , di avere una propria idendità di scrittura, di cultura del suono e dell'arte visiva.
Tutto questo dà un retrogusto un po' acre ai miei pensieri ma ormai il mio grado di comunicazione si è ridotto allo stadio sufficiente per farmi sentire tranquillo, compatibile con le poche cose e persone che godono della consapevolezza di avere una propria identità indipendente dalla massa tecnologica che sta sostituendo l'arredamento interno della scatola cranica di molti soggetti, creando piccoli cloni dal differente involucro esterno marchiati con lo stesso codice di lettura.
Bisognerebbe smetterla di guardare avanti all'inesistente futuro , che poi è un fermo immagine di sè stesso, e guardare indietro per trovare le falle e i difetti degli ingranaggi della macchina su cui stiamo tentando di salire a bordo. Ci si accorgerebbe di quante persone avevano precorso i tempi, avevano intuito dove stava lo svincolo in cui girare al punto giusto.
Le cose belle non si sono mai mosse, sono sempre rimaste al loro posto, siamo stati noi a cambiarci il nome, a darci un'altra forma, ad imboccare un'altra strada per evitarle, forse perchè imbarazzati dalla loro potenza e dalla loro frustrante perfezione, sforzandoci di trovarne i difetti invece di apprezzarle cosi come sono...
Oggi piove ma non ho voglia di aprire l'ombrello, voglio sentire la sensazione degli abiti umidi che appesantiscono la mia via , tanto non ho fretta di arrivare, non ne ho mai avuta ma spesso, molte persone, questo non lo hanno mai capito e per alcuni è troppo tardi.