mercoledì 14 marzo 2012

100%



Come puoi non accorgerti della ridicola spersonalizzazione che sta travolgendo le persone, come puoi non vedere, udire, captare, come la maggior parte delle persone viva costantemente dentro un social network, mimando connessioni facciali per elaborare anche un semplice pensiero, comunicando come fossero uditi in un intranet costante. Poi basta farcire il tutto di banalità per minimizzare e sminuire il puerile circo in cui sono caduti dentro, fatto di finti entusiasmi, mediocri risultati d'applicazione. Queste persone, non sanno piu' scrivere, non sanno piu' essere istintive, fisicamente creative, utilizzando il proprio corpo come pennello e il mondo come tela. Qualche giorno fa, una persona mi si è seduta davanti , mi ha fissato negli occhi e dopo numerosi tentativi soppressi, mi ha aperto, in 2 parole, il suo piccolo mondo di dolore nascosto, avvolto di ingenua vergogna e dolce imbarazzo. Voleva comunicare, necessitava di comunicazione. Mi ha fatto sentire come seduto su una pietra a guardare un mare asciutto, mi ha fatto sentire per lei indispensabile, mi ha fatto sentire utile, vivo, perchè tutto quello che chiedeva non stava altro che nel mio sorriso per farle capire che solo tra le nostre comunicazioni, si costruiranno favolosi momenti superati, si coglieranno le essenze della vita, si aggiusteranno tutte le imperfezioni di quella tela che continueremo a colorare assieme, parlando, guardandoci, aiutandoci e non nascondendoci.
A mia moglie, la persona piu' favolosa che abbia mai incontrato...