martedì 17 aprile 2007

L' Eco di Columbine


Dopo il massacro di Columbine del 1999, portato sugli schermi da Michael Moore, ieri si è verificato quello che è stato definito il più grande atto di violenza mai verificatosi in America. Un uomo ancora dall'identità sconosciuta e sfuggito ad un primo arresto, ha sparato contro gli Studenti dell'Università di Virginia Tech, uccidendo 32 persone, ferendone quasi altrettante e togliendosi la vita come epilogo della sua "macabra impresa". Impresa che pare sia stata premeditata e messa in atto da una serie di fredde esecuzioni, passando da una classe all'altra aprendo il fuoco a caso verso gli studenti. Di che America si può parlare ora, nel 2007, dopo Columbine, dopo ripetuti atti di violenza simili ma fino ad oggi dalle dimensioni "contenute" ? Di che America si può parlare, capeggiata da un individuo che risponde al nome di George W. Bush al quale preme, subito dopo aver espresso il dolore per le vittime, sottolineare che però ogni Americano ha diritto a portare un arma?
Già....suona come il convegno post-Columbine , dove a pochi giorni di distanza dalla tragedia venne organizzato una pomposa ed esaltata dimostrazioni di armi a pochi kilometri dalla Scuola dove si consumò la tragedia....nell'America maestra degli insabbiamenti, delle cause perse mascherate con banale superficialità e offensività verso il genere umano, si continua a sviluppare quella sottocultura che ci fa credere all' individuo medio, con la famigliola felice e il sorriso artificiale stampato sul volto, dove essere un "American Psycho" fa quasi figo, dove esser stati in carcere o avere una ferita d'arma da fuoco ti fa diventare una leggenda. Non dico niente di nuovo e ci aggiungo "purtroppo" , visto che la quotidianità ormai è questo, visto che quello che ci aspettiamo sono questi episodi, dove chi predica la GUERRA PREVENTIVA per la pace poi non lava nemmeno i panni sporchi in casa propria e razzola di merda....dove ci mandano delle teste di cazzo a tagliare funivie con numeri da top-gun per poi non esser processati come si deve nel LORO paese, mentre noi Italiani per una canna all'esterno ci facciamo 3 anni di carcere.
Lo ripeto, non dico nulla di nuovo, non cerco nemmeno di passare come anti-americano convinto ma solamente esprimo tutto il mio disgusto verso quella che sta diventando una "normale attesa" quanto un film-cult e che porta solo ventate di vittime e lacrime e che costantemente pensa prima al businness che alla vita e che si è messa in prima linea anche per tentare di uccidere il pianeta Terra , snobbando le gravi cause dell'inquinamento etichettandone il male come "chiacchere da bar" .... Chissà stavolta a chi ne daranno la colpa , ancora a qualche gruppo rock? a qualche videogame violento? A qualche film ? Cone spiegare la causa di tutto a chi sta seduto a leggere e di punto in bianco si trova steso al suolo con una pallottola nel petto, così, senza motivo, con le mille ultime domande e paure che ti girano per la testa ... chissà, probabilmente in Iraq ci saprebbero anche rispondere .... ma dopo tutto, una vittima a stelle e strisce ha un valore diverso e solo a scrivere questa frase , condizionata da ciò che mi hanno portato a pensare, me ne vergogno parecchio...nessuno dovrebbe vedere la propria vita finire così, nessuno in America ha diritto ad avere un'arma da fuoco Signor Bush, ha solo diritto ad una vita tutelata da una società in cui si dovrebbe credere davvero....

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